Studio Legale Cuzzilla Gaudo

DICONO DI NOI

“Anche se questi si occupano di tematiche più leggere possono veicolare informazioni corrette”

Che cosa comporta non ritirare una raccomandata? Si può registrare una conversazione di nascosto? Quando è ammessa la chiusura anticipata di un contratto di lavoro? A questa e ad altre domande, a partire da maggio 2022, rispondono sui social, con le loro pillole di diritto, due avvocati di Torino, Isabella Cuzzilla di 38 anni e Alessandra Gaido di 37 anni, che hanno aperto il loro studio legale nel 2018 in corso Duca degli Abruzzi e si occupano principalmente di diritto del lavoro.

“Sappiamo tutti che i social vengono utilizzati per le finalità più disparate – dicono a TorinoToday -. Noi abbiamo pensato di farlo per regalare piccole pillole che parlano di problemi che vengono riscontrati quotidianamente, offrendo qualche piccola nozione e proponendo qualche piccola soluzione. Abbiamo pensato di utilizzare non soltanto il nostro sito internet istituzionale, ma anche i social, che solitamente seguono tematiche più leggere ma possono veicolare informazioni corrette”.

Il giudice dà ragione a un lavoratore sostenuto dalla UILTUCS di Vercelli Biella. Nell’ultimo cambio di appalto erano stati cambiati il contratto e l’orario.
Illegittimo, in caso di cambio appalto, applicare un contratto che lima verso il basso il salario e non va neppure ridotto l’orario di lavoro a parità di ruolo e mansione. Incassa una sentenza favorevole un lavoratore 56enne del gruppo degli ex sorveglianti della Olivetti, passato attraverso un numero interminabile di cambi di società restando però al suo posto. Assistito dagli avvocati Isabella Cuzzilla e Alessandra Gaido, aveva promosso una causa di lavoro attraverso la segretaria provinciale Uiltucs Vercelli e Biella e i sindacalisti Mauro San e Antonio di Maio. Il giudice del lavoro del tribunale di Ivrea, Federica Fabaro, ha chiarito che si è trattato di una cessione di ramo d’azienda a tutti gli effetti e quindi la società entrante avrebbe dovuto applicare i trattamenti normativi salariali precedenti. Pertanto, al lavoratore spetta il mantenimento della retribuzione precedente, stabilita dal contratto nazionale multi servizi (con gli arretrati dal gennaio 2018) e il ripristino dell’orario a 36 ore settimanali. Oggetto del ricorso promosso dal lavoratore è l’ultimo cambio di appalto al ribasso, a inizio 2018. La sua è una storia paradigmatica dello spezzatino e delle esternelizzazioni dell’ultima fase della Olivetti. Operativo da 35 anni, si è sempre occupato dei servizi di reception e guardiania dell’ex comprensorio Olivetti di via Jervis 77, oggi cuore di Ivrea, città industriale del ventesimo secolo patrimonio dell’umanità.

Incassa una vittoria in appello e chiede il rispetto dei contratti di lavoro la UILTuCS, che lo scorso 27 gennaio si è vista dare ragione dalla Corte d’appello di Torino, in merito a una vertenza aperta con la ditta di abbigliamento Vega srl, in merito a presunte difformità contrattuali nelle buste paga di una dipendente. Svaniti i tentativi di pervenire a una composizione bonaria del contenzioso, i soggetti in causa sono passati alle vie legali, con la lavoratrice difesa dagli avvocati della UILTuCS Alessandra Gaido e Isabella Cuzzilla. In primo grado, il tribunale di Aosta ha accolto solo in parte le richieste della lavoratrice, lasciando a carico della stessa le spese per il consulente tecnico d’ufficio. Da qui l’idea di andare in appellom dove è arrivata la condanna per Vega srl al pagamento in favore della dipendente (con tanto di rivalutazione e interessi), condita dal rimborso dei due terzi delle spese di entrambi i gradi di giudizio. <> . E chiosa. <>.

Le richieste avanzate dalle organizzazioni Sindacali volte ad avere un referente in loco in grado di mantenere relazioni sindacali corrette, ad oggi non hanno trovato riscontro. Si è chiusa con un accordo la vertenza intentata da UilTuCs nei confronti dell’azieda a tutela di sei lavoratrici. L’udienza si è svolta in remoto.  Il Sindacato UILTuCS della Valle d’Aosta  aveva intentato una causa contro La VIVENDA S.p.a, Azienda di ristorazione collettiva con un centro cottura ad ARNAD, che eroga i pasti negli ospedali valdostani e nelle scuole, ha registrato con soddisfazione il risultato positivo conseguito al Tribunale di Aosta,  per sei dipendenti della stessa. “La Vivenda – spiega una nota sindacale – ometteva di versare agli Enti Bilaterali Regionali le quote previste per ogni dipendente. Pertanto, la decisione degli Enti di erogare un contributo economico a causa della pandemia,  veniva  negato  alle lavoratrici che ne avevano inoltrato  richiesta, in quanto l’Azienda era inadempiente”. In accordo con le sei dipendenti interessate la UILTuCS ha avviato le vertenze sostenute dagli Avvocati, Alessandra Gaido e Isabella Cuzzilla, chiedendo, oltre al contributo equivalente disposto dagli Enti Bilaterali, l’applicazione dell’Art. 24, del Contratto Collettivo  nazionale di  Lavoro relativo al finanziamento degli Enti che, per le aziende che omettono il pagamento, le stesse sono tenute a corrispondere al lavoratore un elemento distinto della retribuzione, di importo pari all0 0,60 % di paga base e contingenza per 14 mensilità.